“Il problema più grave è quello di arrestare le diverse forme di spreco, elevare la produttività del lavoro, ridurre la proporzione dei prodotti che non hanno domanda e degli scarti, abbassare i costi di produzione e aumentare il tasso di utilizzazione dei nostri immobili. Dobbiamo far sì che tutti si rendano conto che né il denaro né i prodotti crescono sugli alberi e che ogni forma di spreco è un crimine. Col crescere della produzione dobbiamo garantire ulteriore espansione, realizzare gli investimenti di base, dare un equilibrio di insieme all’economia nazionale e recuperare i ritardi. È vero che abbiamo un discreto numero di successi a nostro credito, ma abbiamo davvero appreso in modo sistematico come sviluppare un’economia socialista pianificata? Sviluppare un’economia socialista pianificata su scala nazionale è cosa assai diversa dal pianificare il lavoro economico nelle aree liberate di volta in volta. E per di più il lavoro economico è oggi molto più complesso che negli anni ’50. Le condizioni sono differenti e differenti sono i compiti che abbiamo davanti. Ora che vi sono nuovi sviluppi nella scienza e nella tecnologia e negli scambi internazionali di personale e di informazioni, la nostra economia dovrebbe essere all’altezza degli standard mondiali ed essere competitiva sul piano internazionale. Con di fronte i nuovi problemi che emergono costantemente, il nostro partito – e noi comunisti – e il resto del popolo cinese devono continuamente imparare. Non possiamo accontentarci di stare in coda agli altri; se così facessimo non sopravviveremmo”.
Deng Xiaoping
“La situazione attuale e i compiti che abbiamo di fronte”, 16 gennaio 1980
Il libro che vorrei oggi presentarvi si intitola “La Cina Contemporanea” l’autore è Ignazio Musu, professore di economia all’università Ca’ Foscari di Venezia. Come si evince dal titolo, l’intento di questo testo è di analizzare e spiegare il periodo di eccezionale crescita economica iniziata dopo la morte di Mao Zedong, quando Deng Xiaoping, dopo aver sgominato l’opposizione interna legata ancora alle isterie della Rivoluzione Culturale, iniziò una serie di riforme economiche ispirate da un’analisi estremamente realistica delle condizioni del suo paese.